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La pesca è uno sport che diventa sempre più popolare man mano che aumenta il tempo libero; non c'è dubbio che la pesca in mare, con la moltitudine di coloro che vi affinano talento e capacità, è la parte di questo grande sport che cresce con maggior rapidità. Non è difficile individuare le ragioni di tale crescita: è uno sport che porta le persone fuori di casa, all'aria aperta al mare, su una barca, su una spiaggia o sopra un molo.
E' anche uno sport che avvince sempre, sia nei momenti buoni che in quelli meno buoni. Può diventare uno sport molto costoso se si vuole, acquistando una barca da mare equipaggiata con gli ultimi ritrovati riguardanti la navigazione, la comunicazione e la ricerca dei pesci; può, però, anche adattarsi al più modesto dei bilanci se si realizza in proprio ed in economia l'attrezzatura necessaria, se si ricercano le esche da soli e se si va a pescare da scogli, spiagge, moli o pontili vicino casa.
Parlando in generale, la pesca in mare si può dividere in due categorie: pesca dalla barca e pesca dalla riva.
Il pescatore da barca possiede una barca propria, oppure paga quanto necessario per pescare con una barca presa a noleggio. Generalmente queste barche sono gestite e condotte da marinai di professione, le cui possibilità di guadagno dipendono dalla conoscenza delle zone riconosciute come pescose. Le barche da noleggio variano molto nelle dimensioni; vi sono barche piccole da tenere vicino a riva, che raramente possono avventurarsi oltre le 10 o 12 miglia dal loro porto di residenza. Dall'altra parte nella scala dei valori, vi sono barche equipaggiate con sistemi di navigazione, ecoscandagli professionali e così via. Con queste ci si può portare a 50 miglia o più dalla costa per pescare sui relitti in alto mare, spesso in acque profonde oltre 80 metri, alla ricerca di pesci di grossa taglia, o anche di quel feroce abitante delle profondità, quella grossa anguilla che è il grongo. I pescatori che possiedono una barca propria sono una specie a parte: non solo devono sapere bene come pescare i pesci, ma devono essere marinai completi, navigatori e meccanici, tutte qualità che sono facilmente trascurate dai profani quando, casualmente, osservano un pescatore che scarica le sue catture.
Anche i pescatori da riva devono acquisire capacità non apprezzate da un osservatore non esperto. Queste variano dalla delicata abilità necessaria per catturare il grigio fantasma delle acque di riva, il muggine, alla considerevole capacità atletica necessaria per lanciare 150 gr. di piombo ad oltre 100 metri, oltrepassando la spumeggiante risacca. Ma vi è un altro aspetto relativo alla pesca in acque marittime: spesso il pesce migliore si trova nei pressi di spiagge poco frequentate o promontori che possono richiedere un percorso di diversi km, spesso su un terreno accidentato, per cui è necessario avere una buona condizione fisica. Se non ci credete, provate a portarvi un carico di 10/15 kg per solo 1 km lungo il greto ciottoloso di una spiaggia !!
I neofiti di questo sport spesso, ingenuamente, credono che acquistando l'ultimo modello di canna da pesca in fibra di carbonio, un super mulinello e tutto ciò che è annesso a questa pratica, si garantiscono la cattura del pesce. Presto, però, si accorgono che il pescatore veterano può superarli di molte lunghezze nella cattura. A questo punto il nuovo pescatore, o abbandona la pesca, oppure effettuerà il primo passo per apprendere cos'è questo grande sport, confessando al pescatore veterano la propria ignoranza e chiedendogli consigli. Da quel momento il "tarlo" della pesca comincerà a rodere profondamente la nostra coscienza. Scopriremo che essere pescatore è un modo di vivere e non semplicemente un hobby, come invece viene definito da chi non sa bene cosa sia. La nostra vita comincerà ad essere governata dallo stato della marea, del vento, del clima meteorologico, fino ad un punto che è ben oltre la comprensione di coloro che sono vicini e cari. I momenti di minor successo che avremo durante il fine settimana resteranno in noi per l'intera settimana successiva, facendo così sorgere l'opinione fra i nostri colleghi di lavoro che siamo dei fanatici della pesca; ma se davvero lo siamo non dobbiamo preoccuparcene molto.
Si sa che in ogni attività sportiva esiste un insieme principale di conoscenze, capacità e abilità fisiche che deve essere appresa e sviluppata in modo tale da giungere ad una reale padronanza ed all'attuazione del potenziale di chi vi si dedica. L'esperienza è l'insegnamento migliore per qualsiasi attività pratica e se questo è vero soprattutto per gli sport all'aperto, per la pesca in acque marittime lo è in particolare. Dovremo star fuori, sul mare al vento e al cattivo tempo, governando la barca, tenendo d'occhio la bussola e l'ecoscandaglio, oppure vagabondare lungo la spiaggia o sulla cima di una collina ad osservare gli indizi che la natura offre, per individuare il momento più opportuno per la pesca in mare, quello cioè in cui i pesci mangiano. Una passeggiata all'alba lungo la spiaggia, dopo una notte di burrasca, ci svelerà quali avanzi sono stati portati a riva prima che gli spazzini della spiaggia puliscano ed eliminino l'indicazione di ciò che i pesci stanno mangiando al largo, oltre la terza linea dei frangenti: forse paguri, mitili oppure un granchio comune. Tutti questi segnali che la Natura offre, devono farci agire di conseguenza, non la prossima settimana e neppure l'indomani, ma subito, nello stesso momento in cui balzano alla nostra attenzione. I nostri amici pennuti saranno lì, in attesa di bocconi più appetibili.
La pesca, in genere, nelle acque marittime avviene senza la licenza, necessaria nelle acque interne, purchè effettuata entro certi limiti. Affinché il tipo di pesca non passi in pesca da acque interne, si possono risalire massimo 200 metri da una foce.
L'attività piscatoria è regolata dalle ordinanze della provincia di appartenenza o in alcuni casi anche da ordinanze comunali, ma nel caso della pesca sportiva (e quindi delle competizioni agonistiche) la FIPSAS ogni anno emana una Circolare Normativa che serve a regolamentare la pesca sportiva durante le competizioni agonistiche nelle varie discipline, che spaziano dai moli alle spiagge, dalle dighe foranee alle acque in mare aperto.
Le varie discipline sportive sono nate dalle numerose tecniche di pesca praticate in principio per necessità alimentare, successivamente per puro spirito agonistico nei vari ambienti marittimi italiani; queste comprendono:
  • canna da riva
  • spinning da riva
  • spinning dalla barca
  • bolentino
  • canna da natante
  • traina costirera
  • traina d'altura
  • drifting
La competizione sportiva ha evoluto il proprio aspetto scaturendo la propria trasformazione attraverso la pesca dilettantistica fino ad arrivare a vere e proprie manifestazioni di carattere sociale, provinciale, regionale, nazionale ed addirittura internazionale.
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